Massa
Massa
è una città (comune
di 93,83 Kmq 67999 ab) della Toscana, capoluogo
della provincia di Massa Carrara. Posta a mt 65 s.l.m., tra gli ultimi contrafforti
delle Alpi Apuane e il Mar Tirreno, giace sulla sponda
destra del fiume Frigido.
La parte vecchia della città,
sviluppatasi nella zona circostante il Castello Malaspina (secc.
XV e XVI) conserva un nucleo Medievale e una adiacente
sezione rinascimentale.
Pregevoli
sono il Duomo e il palazzo Cybo Malaspina in piazza degli Aranci (secc.XVII-XVIII)
LE
ORIGINI
Insediamenti
umani sono attestati nel territorio massese nel Paleolitico e nel Neolitico (Pariana
e Resceto), ma il primo nucleo abitativo documentato in eta' storica e' la stazione
"ad Tabernas Frigidas" lungo la via Emilia Scauri.
Nello
stesso luogo, in eta' medievale, si sviluppa un "hospitium" vicino la Pieve di
S. Leonardo al Frigido.
Attorno al Mille si delinea la
prevalenza del borgo di Bagnara, ai piedi del colle su cui sorge il castrum degli
Orbetenghi, che i Malaspina trasformeranno in castello.
I
diversi insediamenti nei borghi vengono organizzati in forma di città'
da Alberico I a meta' del 500, che disegna lo schema urbano come una "città'
di
fondazione":
la Massa Cibea, con la quale il casato Cybo-Malaspina celebra l'ascesa del piccolo
stato feudale, costruendo la cinta muraria e definendo il volto
della città' che resiste
fino alla meta' dell' 800.
La
rottura della cinta muraria segna l'espansione della città' nuova verso
la pianura ed il mare.
LA
STORIA
Il
periodo di maggiore potenza per Massa è forse quello della dominazione
Obertenga e della famiglia dei Massa Corsica che, per un breve periodo,
realizzarono il predominio della
città' medievale sull'alto Tirreno.
La condizione attuale della città'
e', indubbiamente, segnata dalla costituzione dello stato feudale dei Malaspina.
Il legame realizzato con la nobile
e potente famiglia dei Cybo, tramite il matrimonio fra Ricciarda Malaspina e Lorenzo
di Francesco Cybo, consenti' all'erede di
Alberico
I Cybo Malaspina di riorganizzare lo stato, favorendo il commercio, le attività'
estrattive del marmo e del rame e l'artigianato.
Culmine
di questa attività' fu il riconoscimento imperiale della dignità'
di Principato.
Dopo
il lungo regno di Alberico inizio' per il Principato una crisi di immagine e di
prestigio da cui non si risollevo', nonostante il legame con il potente ducato
Estense
di Modena.
Un momento di rinnovato impulso
allo sviluppo si ebbe col Principato della famiglia bonapartesca dei Baciocchi,
che nel 1806 vollero lasciare un'impronta
nuova
nell'assetto della città' con la demolizione della Pieve di S. Pietro e
la realizzazione di una tipica piazza "imperiale", quella degli Aranci, che resta
ancora il cuore della città'.
La Restaurazione restituì'
autonomia al Principato sotto Maria Beatrice, erede di Maria Teresa, ma alla sua
morte, nel 1829, esso fu assorbito dal Ducato Estense.
Nell'aprile
del '59 si verifico' l'allontanamento degli Estensi e la successiva annessione
al Regno di Sardegna.
L'unificazione nazionale riconobbe
alla piccola capitale pre-unitaria il ruolo di capoluogo della provincia di Massa
e Garfagnana, ridotta nel 1923 con l'aggregazione di quest'ultima alla provincia
di Lucca.
Lo
sviluppo dell'industria estrattiva del marmo sul finire dell' 800 ed il fervore
di iniziative, conseguente all'unita' nazionale (ferrovia, strade, palazzi pubblici),
non tolse a Massa il suo carattere
di centro agrario ed amministrativo, cui corrispose, sul piano politico, il prevalere
di amministrazioni moderate, non intaccate
neppure
dai moti del 94 che provocarono l'instaurazione dello stato di assedio da parte
del governo Crispi, spaventato dalle presenze repubblicane, anarchiche e socialiste.
L'avvento del fascismo e la conseguente
"normalizzazione" non sconfissero, pero', le forze popolari, che dettero vita,
allo scoppio della Guerra, ad un forte e
combattivo
movimento di Resistenza, riconosciuto dall'attribuzione, all'intera provincia
di Massa Carrara, prima in Italia, della Medaglia d'Oro al Valore Militare.
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